Ci siamo incontrati su #Houzz e oggi lo presento anche a voi: #Renato Bugiotti

Ho visto le sue opere su Houzz e cosi mi sono chiesta perchè non contattarlo?

Eccolo:

Sono nato nelle Marche, ma vivo da sempre a Orosei, in Sardegna, un paese a due passi dal mare.

Le mie opere mi vengono ispirate dai materiali che utilizzo, soprattutto quelle in radica. Infatti le radici del legno hanno sempre delle forme particolari che una volta tagliate mi raccontano ciò che vogliono esprimere.

Sono nato in mezzo alle pietre, (mio nonno è stato il primo cavatore a Orosei) e da qui deriva l’utilizzo delle pietre naturali, soprattutto il Marmo e il Granito di Orosei.

Le mie creazioni spaziano anche tra i vari metalli, ma preferisco l’acciaio.

Questo è il mio sito: www.renatobugiotti.com

 

 

 

“Esplora il fascino della materia Renato Bugiotti, artista e artigiano del metallo che con il sapiente uso di più lavorazioni ottiene oggetti artistici carichi di carisma. Originario di Fossombrone in provincia di Pesaro e Urbino, trasferito in Sardegna nel centro di Orosei dall’età di due anni, Renato cura e sviluppa da sempre la personale sensibilità artistica, apprendendo ed affinando più tecniche di lavorazione. Produce oggetti le cui forme, colori e superfici coinvolgono più sensi di percezione in cui l’acciaio, lavorato e sagomato, è posto in relazione con altri materiale durevoli. Sono oggetti pensati per integrarsi nell’ambiente, per accordarsi all’arredo donando suggestioni di pregiata unicità e che Renato espone in mostre collettive e fiere”

Nato nel 1972 a Fossombrone, in provincia di Pesaro-Urbino. All’età di

due anni, nel 1974, si trasferisce in Sardegna, a Orosei, dove vive

tuttora. La formazione artistica e la grande voglia di scoprire e di

mettersi in gioco lo portano ad avvicinarsi al mondo del design e ad

apprendere nuove tecniche fino a farlo divenire nel tempo una

professione. Il suo linguaggio incentra la sua espressività sul contrasto

e sulle possibili relazioni tra varie e possibili componenti materiche.La

capacità di riunire elementi variegati a diversi livelli permette all’artista

l’utilizzo di materiali molto diversi tra loro. Tra quelli più utilizzati spicca

il Marmo di Orosei per le particolari caratteristiche e la peculiare

colorazione. Nelle creazioni vi è un accostamento tra le freddezze

marmoree, il calore del legno e la forza dell’acciaio che si fondono in

opere armoniose dalle quali traspare una dimensione espressiva e

comunicativa.

#Lo Spazio, #Italianmarinepainter e #Fabriano cos’hanno in comune?

Un’iniziativa di cui vi lascio solo una piccola immagine e i dettagli tra pochi giorni…

 

manifesto A4

 

Intanto che cos’è:

tratto da https://fabriano.com/it/438/the_big_draw

Visita The Big Draw 2017

The Big Draw è un ente di beneficenza che promuove annualmente una campagna per il disegno quale linguaggio universale di apprendimento, espressione e invenzione. Questo si traduce in un grande festival di disegno con migliaia di attività, per lo più gratuite, che collegano persone di tutte le età con musei, artisti, spazi pubblici e privati. The Big Draw è pensato per chi ama disegnare, per gli appassionati che non lasciano la matita nemmeno in età adulta, ma è anche, e soprattutto, per chi è convinto di non poter disegnare… e si sbaglia! The Big Draw nasce in Inghilterra e raduna ogni anno 300.000 persone solo in territorio inglese, ma l’obiettivo è molto più grande: espandere la giornata del disegno in tutto il Mondo.
Fabriano sostiene il Festival del disegno portando il Big Draw in Italia

 

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Cos’è Big Draw

Amiamo il Disegno!

The Big Draw è un ente di beneficenza che promuove annualmente una campagna per il disegno quale linguaggio universale di apprendimento, espressione e invenzione. Questo si traduce in un grande festival di disegno con migliaia di attività, per lo più gratuite, che collegano persone di tutte le età con musei, artisti, spazi pubblici e privati.

The Big Draw è pensato per chi ama disegnare, per gli appassionati che non lasciano la matita nemmeno in età adulta, ma è anche, e soprattutto, per chi è convinto di non poter disegnare… e si sbaglia!

The Big Draw nasce in Inghilterra e raduna ogni anno 300.000 persone solo in territorio inglese, ma l’obiettivo è molto più grande: espandere la giornata del disegno in tutto il Mondo.

Fabriano sostiene il Festival del disegno portando il Big Draw in Italia.

 

 

 

 

#Lo Spazio di #Elena Fossati e #Italianmarinepainter ovvero io# Antonella Natalis…siamo parte di questo progetto superlativo !

Come?

Presto comunicazioni per voi!

 

Antonella Superfuonecessario.it

 

Quante persone speciali si incontrano a #Lo Spazio? Oggi invervisto per voi #Marta Montorfano

Eccomi qui 🙂

Sono giorni che ho le tue domande sulla scrivania, le guardo da lontano e con un po’ di timore. Le osservavo e passavo oltre.

Le ho trascritte a mano perché mi piace far correre la mano sul foglio, il profumo dell’inchiostro sulla carta, la pressione che si imprime alla penna per disegnare il simbolo sul foglio …

Una danza tra pensiero, gesto e colore che prende forma e rende compiuta una vibrazione che è nell’aria intorno.

Generalmente scrivo X raccontare della Natura e degli “insegnamenti” che Alberi ed Elementi mi sanno regalare.

Mi piace raccontare ciò che da fuori entra e genera armonie, movimenti, consapevolezze. Scrivere di questo per me è normale, mi basta ritagliarmi uno spazio di silenzio o di danza immersa tra i profumi e i suoni naturali per permettere al flusso di parole di materializzarsi.

Invece raccontare di me… che fatica 🙂

Fortunatamente l’universo ha pensato di darmi una spinta e la scorsa settimana la curiosità e il desiderio di confrontarmi con le tue domande è arrivata dopo aver visto un video, che mi è stato inviato, sulla vita di un’incredibile donna, pianista russa, vissuta nel periodo della rivoluzione e della dittatura di Lenin, di cui non avevo mai sentito parlare: Maria Judina.

Mi ha colpita una delle sue frasi (in realtà tutta la sua vita mi ha molto impressionata) ” Voglio cercare di essere degna della mia Voce Interiore” .

Questa frase mi ha messo nella disposizione d’animo di iniziare a scrivere e raccontarti.

Quindi eccomi qui.

1. Chi è Marta? Una domanda che spesso torna alla mente. 

Sono una ricercatrice, sai quelle dei tempi antichi con pochi strumenti ma tanta passione e curiosità per il sapere… la mia passione è la Natura in tutte le sue forme.

Sono un’ amante del movimento nel suo essere dono di comunicazione tra me e il Mondo, sia esso esterno o interno.

Mi piace scoprire e indagare i fenomeni che accadono e seguire quel concatenarsi di eventi che permettono di andare in profondità aprendo porte, che svelano universi che non pensavo esistessero.

Mi piace pensare di essere una “danzatrice del cosmo”, come il titolo di un libro illustrato che un gruppo di donne che seguo, mi ha regalato e che parla di una bambina che impara a danzare in compagnia delle forze della natura.

Sono una Sognatrice e amo creare leggerezza in me  e X  le persone che mi circondano.

La Danza, l’Ascolto e l’Osservazione della Natura, la Musica e il canto hanno accompagnato la mia crescita come buoni insegnanti e compagni di viaggio, offrendomi un’ancora di salvezza durante gli uragani della mia vita.

Professionalmente parlando il mio viaggio inizia quando prendo consapevolezza che medicina non fa per me, ma era stata una scelta dettata dall’amore X mia madre che era malata. Da qui e dal dolore per la sua perdita inizia il mio percorso di ricerca: da Steiner e l’antroposofia con l’amore per l’Euritmia, allo zen shatzu e alla filosofia orientale fino alla macrobiotica ; alla psicomotricità Aucouturier, passando per la Danzaterapia integrata alle danze meditative fino alla Floriterapia e al percorso sul sacro femminile come Moon Mother.

Mi sono sempre permessa ( non senza lotte interne spesso concitate) di seguire le cose che sentivo appartenermi e ora ripensandoci mi accorgo che in realtà, anche se non sembrava, io avevo ben chiaro il percorso da fare.

Da approfondimento in approfondimento, da incontro ad incontro sono arrivata ad avere il mio bagaglio formativo ed esperienziale. Anche se non ne ho mai abbastanza…

Nel tempo ho compreso che quando si molla il colpo e si permette al proprio giudice interiore di andarsene un po’ in vacanza, la Meraviglia che siamo può emergere, senza se e senza ma… e mostrarsi al mondo.

Riusciamo ad essere come Maria Judina dice: ” degni della nostra Voce Interiore”.

Cerco di concretizzare questo sentire nella mia associazione ” Donna Albero” , che mi permette attraverso le richieste lavorative e a volte personali, che mi vengono fatte, e alle donne che incontro , di approfondire ed integrare il lavoro che faccio, per prima su di me e poi all’esterno con le persone che decidono di fare un pezzettino di strada insieme a me.

2. Cosa ami di più del tuo lavoro?

Sono tante le cose che amo di ciò che faccio, e di questo sono grata,

La prima è la possibilità di creare e coltivare la mia energia creativa attraverso incontri, coreografie, storie e immagini. Un tessere e ricamare fili che permettono di vedere alla fine l’opera che nell’insieme si è venuta a creare.

Un’altra cosa che amo molto è la ricchezza che nasce dagli incontri di sguardi, gesti, sorrisi tra le persone in danza, che crea un nuovo intreccio e permette quel nutrimento che fa bene al cuore.

3. E cosa senti che piace agli altri? Cosa apprezzano di più ?

Penso che la prima “cosa” che piace è trovare uno spazio ” buono” dove poter semplicemente stare, rispecchiarsi nelle esperienze degli altri partecipanti e ricaricarsi attraverso il piacere di un gesto condiviso che lentamente si fa danza.

Il confronto attraverso il corpo che danza o semplicemente si muove facendosi presenza, unito al vedere i gesti e i passi di chi è per mano a noi nel cerchio, permette alla bellezza che di riflesso vediamo fuori di noi, di vibrare anche dentro di noi e attivare quel sentire che ci fa riconquistare l’essere ” dee” ; arricchendo, rilassando e apprezzando ciò che siamo oltre il fare e il giudizio che giornalmente ci accompagna.

Dall’altra si diventa co-creatrici attraverso il cerchio, le danze, gli sguardi, i sorrisi… di un’atmosfera magica, dentro un tempo non-tempo dove è possibile comunicare ad un livello che è oltre le parole, e che noi ben conosciamo, ma ci dimentichiamo di avere.

3. Puoi raccontare qualche esperienza particolare, una richiesta speciale che ti è stata fatta?

Sono sempre felice quando mi vengono fatte richieste particolari xche’ ho la possibilità di approfondire e ampliare il mio bagaglio, oltre a poter creare cose nuove.

Forse fra tutte,  due sono quelle che più mi ricordo.

La prima, quella che ho nel cuore, me la fece una mia cara amica, che lavora in ambito teatrale e aveva deciso di mettere in scena, con il suo gruppo di adolescenti, ” il signore delle mosche” .

Mi ha chiesto, essendo una storia al maschile, se potevo lavorare con le ragazze e arrivare a creare delle coreografie che si integrassero nella trama. Così è iniziata una delle esperienze emotivamente più coinvolgenti della mia vita lavorativa, durata circa un anno e che ci ha portato, insieme a creare uno spettacolo dove danza, gesto, corpo e parola si intrecciavano armonicamente. Abbiamo anche vinto il primo premio al concorso X teatro giovanile dilettantistico. E poi su questa esperienza ho scritto la mia tesi di dmt.

Un’altra richiesta che invece mi ha divertito molto nel metterla in atto è stata quella di creare un percorso di danza e relax in acqua.

5. Parlando degli abiti che indossi, ci racconti da dove è partita l’idea, quando e dove possiamo vederla ?

Gli abiti che indosso quando danzo, e a volte anche fuori dalla danza, sono creazioni di una donna che, incontrata per caso durante la mia ricerca di un abito speciale per danzare, ha fatto la differenza nel mio percorso e da questo incontro è nata la nostra associazione Donna Albero che ci permette di lavorare con e per le donne, favorendo quel dialogo tra Natura in noi e Natura fuori di noi. (Se vuoi poi ti racconto meglio).

Questa donna si chiama Zoe’ Maton, trovi i suoi abiti sul suo sito: www.telamaya.com ed è una donna fiamminga che ha lavorato nella moda fino a maturare, il desiderio, di creare abiti che portassero le donne a dialogare con  il proprio femminile. E dopo lunghe ricerche e sperimentazioni è arrivata a creare questa linea di vestiti, senza bottoni ne cerniere, che favoriscono il contatto con la Terra. Sono abiti in cotone biologico, tinti con colori naturali ed ecoprint e bolliti in acqua contenente il calcio delle conchiglie e polvere Anion. Una favola poterli indossare.

6. Chi ci segue adora leggere di persone che sono riuscite a lavorare con ciò che amano più fare, vogliono imparare da loro , conoscerne l’esperienza e ricevere qualche consiglio …

Il mio lavoro così come si sta delineando ora, dopo anni di trasformazioni, è basato principalmente sul passa parola. Non è facile portare le persone a danzare, la prima reazione è ” io non sono capace… la danza non è per me…”

Quindi l’unico modo che aiuta a creare rete: sono le persone che coraggiosamente si concedono di venire ad un incontro, sperimentano il piacere e la bellezza del movimento e, diffondendo la voce, tornano con l’amica, la collega, la figlia…

Per questo è importante dedicare cura e attenzione alla preparazione di ogni incontro e dell’ambiente che accoglierà il gruppo.

In realtà questi spazi e queste esperienze sono così piacevoli e anche importanti per ciascuna di noi, che quando si partecipa si sente subito la bellezza e il piacere di essere parte del gruppo e diventa un’appuntamento che si aspetta come ricarica della settimana.

– La musica, il movimento, la manualità, l’essere vicino a persone a stretto contatto come fai tu. Sono tutto cose che riempiono la vita … ci racconti una tua giornata tipo?

Le mie giornate sono sempre diverse, e questa è la loro bellezza, avendo un lavoro che spazia in vari campi e un carattere che faticherebbe a stare sempre nello stesso luogo. 

Nonostante questo ho dei punti fissi nella giornata: al risveglio, mi piace alzarmi presto, mi concedo qualche minuto per fare euritmia o la danza legata all’albero e al periodo dell’anno ( noi Donne Albero seguiamo un calendario al femminile, legato alla ciclicità della terra – il Sincronario – a partire dal Solstizio d’inverno ogni quattro settimane abbiamo un albero e il suo messaggio che ci accompagna. Ora siamo nel tempo del Frassino, ultima settimana bianca).

Poi organizzazione familiare, tra parole, richieste, colazione e saluti.

Pubblico la frase del giorno collegata all’albero sulla pagina fb di Donna Albero e sui vari gruppi delle donne che mi seguono. Rispondo a messaggi e mail e poi, a seconda del giorno della settimana, sono in qualche scuola con progetti di psicomotricità o Danzaterapia, o preparo le formazioni che tengo X gli educatori o le aziende oppure sono nel mio studio con la Floriterapia, trattamenti di riequilibrio delle energie femminili ( metodo Miranda Gray- Moon Mother) o con la dmt.

Nel primo pomeriggio vado a prendere mio figlio a scuola e mi trasformo in tassista o aiuto compiti o quelle mille altre cose che noi mamme sappiamo fare.

La sera a volte conduco i miei gruppi di donne, e poi quando tutti dormono è bellissimo ascoltare il silenzio e scivolare nel sonno.

– Creare collaborazione in un mondo interconnesso è apparentemente semplice. Cosa ne pensi? Idee? Suggerimenti? Che cosa ti scrive la gente e cosa ti comunica?

Non sono molto esperta del mondo telematico. Mi ripropongo  continuamente di farmi un corso, ma c’è sempre qualcosa di più importante…

La gente generalmente mi contatta via mail o attraverso la pagina fb, mia o di Donna Albero.

Mi scrivono della loro esperienza dopo aver partecipato ad uno dei miei incontri, sensazioni, immagini sogni…. oppure mi chiedono approfondimenti legati agli alberi o ai fiori e alle loro proprietà curative o psicologiche, oppure per sapere info sul loro albero di nascita o sulle danze e il loro significato o semplicemente per avere notizie di eventi o serate.

Di solito come associazione partecipiamo spesso a fiere o festival, sia come espositori con gli abiti di Zoe’, Sincronario e Spirito degli Alberi, sia con laboratori esperienziali. Durante le fiere entri in contatto e ti confronti con tantissime persone: curiose, interessate, esperte, scettiche 🙂 è una parte che mi piace molto e mi arricchisce ogni volta, nonostante la fatica di stare nella parola tutto il giorno.

Vorrei concludere così come ho iniziato con una citazione di Maria Judina: ” non dico che la mia strada sia universale, so che ne esistono delle altre, ma sento che solo questa è per me”.

Ci sono voluti molti anni e molte lotte con me stessa e anche con il mondo intorno, per riuscire ad arrivare qui, e ancora il mio giudice interiore fa capolino con le sue frasi tipo ” ma che cavolo stai combinando?!? Condita con quel terrore che sale da dentro e mi porta a dire “Gulp! Aiuto!!!! Veramente cosa sto facendooooo ….”

Fortunatamente questa fase dura poco e dolcemente ma con fermezza ri invito il mio giudice ad accomodarsi fuori e a farsi un bel giro naturalmente nel più assoluto e rigoroso silenzio.

Penso che molte donne ogni giorno si trovino a lottare contro il proprio boicottatore ( Barbablù, come lo chiama Pinkola Estes in donne che corrono coi lupi). Dovremmo imparare a fare un bel respiro e poi dolcemente sorridergli e accompagnarlo alla porta assicurandosi che esca bene fuori.

Un abbraccio grande tra canti di grilli ed energie di luna nuova

Marta

dove trovare Marta?

https://www.facebook.com/donnalbero/posts/1729265183754881:0https://www.facebook.com/marta.montorfano/posts/917099325094407

 

 

 

 

Artigianato e design tutto al femminile: #Livyng Ecodesign

Federica e Giulia ci raccontano di Livyng Ecodesign,

una neo-impresa nata nel 2015 nelle campagne Faentine.

 

Queste due ragazze, hanno creduto nei loro sogni, inventandosi un lavoro fuori dall’ordinario. Le loro vite precedenti sembrano

ormai un lontano ricordo.

I giorni in cui Federica indossava eleganti camicie per adempiere al suo ruolo di consulente aziendale

sono stati trasformati in giorni in cui una comoda tuta da lavoro, unita ad estro e creatività, scandiscono un tempo di vita diverso

e più appagante.

Giulia invece ricorda con affetto i suoi dodici anni trascorsi nell ufficio tecnico di un’azienda di stampaggio di

materie plastiche nel settore dell’arredo, così come descrive quella sensazione che l’ha spinta ad attuare un radicale cambio di

vita: il voler un mondo diverso, con meno plastica, un mondo con meccanismi legati al consumo, eticamente più salubri.

Quello che accomuna Federica e Giulia non è solo il desiderio di vivere una vita di sani principi, ma anche un enorme amore per la natura, una passione sfrenata per il design e l’arte manuale. «Ci piace pensare con le mani !» raccontano scherzosamente, ed è per questo che alla base dei loro pezzi c’è sempre una forte sperimentazione sia di forma che di materiali.

Federica ci racconta di come suo padre le abbia trasmesso sin da piccolissima la passione per il legno, inoltre, da buon chimico industriale, ha un

approccio con i materiali caratterizzato da una forte curiosità ed intraprendenza. Giulia invece, laureata in design industriale, ha

un approccio più metodico e minimal rispetto all’estro di Federica, da questo mix esplosivo nascono le creazioni di Livyng Ecodesign.

Nell’ «Evergreen Collection » il materiale da cui Federica e Giulia prendono ispirazione è il legno di edera. «Quella che per la

maggiorparte delle persone è solamente una pianta infestante, è per noi una fonte inesauribile di idee», così sono nate piantane,

lampade da tavolo, librerie, sgabelli, tutti pezzi unici caratterizzati da alta sensibilità e distinzione. «Nelle nostre opere, la Natura

rimane la protagonista e la coscienza ecologica del designer ne determina una nuova prospettiva di vita estetica e funzionale»,

inoltre Il legno, di provenienza esclusivamente locale e altrimenti destinato alla degradazione naturale o alla combustione, viene

raccolto e selezionato con cura nel rispetto ecologico, per dare vita ad un prodotto ad elevato valore aggiunto estetico e di

qualità eco-socio-sostenibile. Non a caso il logo di Livyng Ecodesign è una foglia di edera e nel marchio Livyng è contenuta la

parola «IVY», giustappunto edera in lingua inglese.

Con la “Fusion Collection, viene poi esteso il concetto di recupero a materiali di origine industriale come l’alluminio, che viene

fuso direttamente sul legno, sempre di recupero. Il risultato è un esperienza sensoriale visiva e tattile, profondamente nuova ed

ammaliante in cui l’occhio trae giovamento dal fulgido tono metallico che si smorza al contatto con il tepore del legno, passando

attraverso un interfaccia bruna. Nascono contenitori, vasi, tavoli, sgabelli, decorazioni murali, ma soprattutto prodotti realizzati

su misura e progettati direttamente con il cliente.

«Inoltre, troviamo molto interessante il connubio tra artigianato e tecnologia », nonostante alla base dei pezzi di Livyng Ecodesign

ci sia la volontà di utilizzare pochi e semplici attrezzi manuali, non viene trascurata la componente tecnologica, infatti grazie ad

una macchina a controllo numerico auto-costruita e all’abilità nel disegno e modellazione 3D, Federica e Giulia sono in grado di

realizzare lavorazioni anche molto complesse che permettono loro di ottenere pezzi dotati di una certa serialità, senza però

perdere il loro primario connotato di unicità.

All’interno di queste sperimentazioni, nella «Ceramic Collection », viene approfondita la stampa 3D di materiali ceramici come la porcellana

ed il gres per dare vita ad affascinanti lampade a sospensione.

Faenza resta pur sempre la città della ceramica, ecco perchè accanto alla stampa 3D di porcellana e gres, Federica e Giulia danno vita

alla serie i «Daimon », lampade di design con il corpo in legno di recupero e il paralume in finissima porcellana, colata

tradizionalmente, a forma di uccellino, balena, gatto, lumaca e picchio.

«Ci piace pensare al design come ad un fenomeno culturale, sociale e umano», con convinzione Federica e Giulia ci parlano

della loro visione del mondo, di come sia importante tornare ad un sistema di consumismo più moderato e attento, in cui gli

oggetti sono durevoli e chi li produce è fortemente attento alla sostenibilità in tutti i suoi aspetti. Una produzione artigianale, fatta

su misura e in un processo di design partecipato con il committente, crea necessariamente un sistema più virtuoso, in cui il

valore aggiunto dell’oggetto e la sua durabilità sono sensibilmente maggiori.

Grazie mille ragazze!!!!

Antonella | Superfluonecessario.it